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Piange Napoli

Oggi Napoli piange o meglio “piccia” come si dice in dialetto che è ben diverso perché il piccio si protrae in maniera anche un po’ slabbrata, immotivata e quindi sì ogni tanto anche la città del sole e dei sorrisi piange e quando lo fa, lo fa a lungo e forse perché cumula un bel po’ di dispiaceri e così sotto la pioggia può permettersi di piangere senza vergogna, senza doversi giustificare. E quindi piange, piange e non lo fa per quel sogno che ancora ha nel cuore, perché quello se lo tiene ben stretto e i sogni son desideri e quindi realizzabili contro ogni becero coro o maldicenza e non piange neanche per i debiti, no quelli sono forse estinguibili o forse no ma qui ci arrangiamo, Napoli forse piange però perché ce la mette tutta per dare spazi di cultura e aggregazione ai giovani, ai turisti che ormai sono parte della città, ma si scontra contro leggi, impedimenti, sanzioni e così dallo Slash che chiude i battenti, alla libreria Colonnese oggetto di raid nella notte, Napoli piange perché è femmina e tiene quindi tanta pazienza ma la pazienza delle donne prima o poi finisce. E quindi piange e allo stesso tempo pulisce le sue strade dalla sporcizia dell’ignoranza e dalla strafottenza e io che stamattina mi sono trovata a rifugiarmi sotto i suoi magnifici palazzi del centro storico, ne ho approfittato per mangiare una delle montanare più buone mai assaggiate e mi sono cosparsa di pomodoro che manco in un film splatter ma ne è valsa la pena e il restante resto che il pizzaiolo mi doveva, me lo ha dato sottoforma di croquet…e dopo niente ha smesso di piovere almeno per un po’ e io sono tornata a casa con un pensiero felice!

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